Adolescenza e relazioni sentimentali tra stereotipi di genere e forme di controllo. La ricerca

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L’ultima indagine ISTAT (2023) conferma la persistenza degli stereotipi di genere in Italia, legati soprattutto al lavoro di cura (dei figli, dei genitori anziani, della casa) e al successo nella professione. 

L’indagine ISTAT è stata fatta su un campione di popolazione adulta, ma tra gli adolescenti le cose non vanno meglio.
Lo dimostrano i risultati della ricerca sulla violenza onlife nelle relazioni intime tra adolescenti in Italia, realizzata in collaborazione con IPSOS “Le Ragazze Stanno Bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”.

Quanto pesano gli stereotipi di genere nella vita onlife degli adolescenti?

Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore.

Quasi 1 adolescente su 5 pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto.

Quando si passa dalle opinioni alle esperienze, il 19% di chi ha o ha avuto una relazione intima, dichiara di essere stato spaventato dal/lla partner con atteggiamenti violenti, come schiaffi, pugni, spinte o lanci di oggetti.

Alcuni dei dati emersi dall’indagine sulla violenza di genere in adolescenza sono stati ripresi e commentati nel video della campagna #chiamalaVIOLENZA: l’obiettivo è quello di riflettere sulla normalizzazione di comportamenti violenti e di controllo, spesso “giustificati” come manifestazioni di gelosia e possessività, dando a questi comportamenti il giusto nome e identificandoli come forme di violenza o abuso.

Violenza sessuale e colpevolizzazione della vittima

Nell’indagine Le Ragazze Stanno Bene? sono emersi dei risultati importanti, che non possono essere ignorati: accettare forme di controllo, tollerare pratiche violente, considerare la gelosia e il possesso come segni di amore e di una relazione di coppia sana, dare la colpa alla vittima di una violenza sessuale per il modo in cui è vestita, sono opinioni e comportamenti diffusi tra i giovani.

Per il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale, il modo di sottrarsi lo può trovare.

La percentuale di chi lo dichiara è più alta tra i ragazzi, parliamo del 46%, ma è elevata anche tra le ragazze.

Un altro dato allarmante è che il 29% degli adolescenti intervistati, ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi, mentre il 24% pensa che, se una ragazza non dice espressamente “no” vuol dire che è consensuale e disponibile al rapporto sessuale (26% tra i ragazzi e 21% tra le ragazze).

Il 21%, sia di ragazzi che di ragazze, è molto o abbastanza d’accordo con il fatto che una ragazza, seppur sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di alcol, sia comunque in grado di acconsentire o meno ad avere un rapporto sessuale.

Comportamenti violenti e forme di controllo

Nelle relazioni sentimentali per più di 1 adolescente su 2 vengono messi in atto comportamenti lesivi e violenti, dalle telefonate insistenti a veri e propri atteggiamenti aggressivi.

Dal sondaggio emerge che il 65% di ragazze e ragazzi ha subìto dal partner almeno un comportamento di controllo:

  • non accettare contatti da qualcuno/a sui social (42%);
  • non uscire più con delle persone (40%);
  • poter controllare i profili dell’altro/a sui social (39%);
  • non vestirsi in un determinato modo (32%);
  • sentirsi dire, in un momento di difficoltà, che il partner avrebbe commesso un gesto estremo facendosi del male (25%).

Il 63% di chi ha o ha avuto una relazione, dichiara di aver commesso almeno uno di questi comportamenti di controllo nei confronti di altri.

Riguardo i comportamenti violenti, il 52% degli adolescenti in coppia dichiara di averli subìti, almeno una volta. Tra questi rientrano:

  • essere chiamato con insistenza al telefono per sapere dove ci si trovava (34%);
  • essere oggetto di un linguaggio violento, con grida e insulti (29%);
  • essere ricattati per ottenere qualcosa che non si voleva fare (23%);
  • ricevere con insistenza la richiesta di foto intime (20%),
  • essere spaventato da atteggiamenti violenti (schiaffi, pugni, spinte, lancio di oggetti, 19%);
  • condividere foto intime con altri senza consenso (15%).

In questo caso, è il 47% a dichiarare di avere commesso, almeno una volta, questi comportamenti nei confronti del/lla partner.

Consenso, stereotipi di genere e condivisione di foto

Come interpretano gli adolescenti il consenso al rapporto sessuale?

Il 90% ritiene necessario chiederlo sempre anche all’interno di una relazione di coppia stabile, ma per molti questa convinzione teorica non si traduce facilmente in un comportamento, visto che poi il 36% ritiene di poter dare sempre per scontato il consenso della persona con cui si ha una relazione e il 48% ritiene che in una relazione intima sia difficile dire di no ad un rapporto sessuale se richiesto dal/la partner.

Riguardo agli stereotipi di genere, il pianto, le capacità relazionali e di cura vengono chiaramente associate all’universo femminile.

Quasi il 69% degli adolescenti pensa che le ragazze siano più predisposte a piangere dei ragazzi, il 64% che siano maggiormente in grado di esprimere le proprie emozioni, il 50% di prendersi cura in modo più attento delle persone.

Il 39% degli adolescenti (maschi e femmine) ritiene che le ragazze siano più inclini a sacrificarsi per il bene della relazione, la percentuale sale al 51% proprio tra le ragazze.

L’ambiente digitale è parte integrante anche delle relazioni intime.

In questa dimensione sempre più onlife, il 28% dei ragazzi e delle ragazze ha scambiato video e/o foto intime con il/la partner o con persone verso le quali aveva un interesse, una percentuale che sale al 40% tra chi ha avuto o è in una relazione.

Il 33% riporta di aver ricevuto foto/video a sfondo sessuale da amici/che o conoscenti, e 1 adolescente su 10 dichiara di aver condiviso, almeno una volta, foto/video intimi della persona con cui aveva una relazione senza il suo consenso esplicito.

L’11% di tutti gli intervistati ha dichiarato che le proprie foto intime sono state condivise da altre persone senza il proprio consenso.

Le proposte di soluzione: sensibilizzazione ed educazione affettiva

Se quelli mostrati fino a ora sono evidenze preoccupanti e da non sottovalutare, si notano anche aspetti positivi, primo fra tutti l’aumento di interesse dai parte degli adolescenti verso le tematiche di genere.

Il 58% degli adolescenti dichiara che negli ultimi tempi è diventato più sensibile ai temi di genere e il 43% ritiene che sarebbe utile uno sportello psicologico a scuola per sensibilizzare sul tema della violenza di genere.

Per quanto riguarda gli altri strumenti che la scuola può introdurre per sensibilizzare i ragazzi/e sulla violenza di genere, gli adolescenti indicano anche:

  • la formazione docenti in modo che siano in grado di intercettare/cogliere i segnali (40%);
  • l’educazione sulle varie forme di violenza, le radici e le conseguenze (39%);
  • l’educazione sessuale ed affettiva dalle scuole medie (32%).

In questo quadro, è molto importante cogliere l’attenzione e la voglia di approfondire queste tematiche che emerge dagli stessi ragazzi e ragazze per fare in modo che l’educazione alla affettività, alla sessualità e alle relazioni non violente divengano parte integrante di tutti i percorsi di crescita, con un forte impegno – come gli stessi ragazzi interpellati indicano – anche nella formazione delle figure adulte di riferimento, a partire dai docenti. È allo stesso tempo necessario diffondere a tappeto la conoscenza dei percorsi e degli strumenti di aiuto, a partire dal numero verde 1522, e promuovere nelle scuole punti di ascolto e di orientamento. È indispensabile un impegno sistematico e organico del quale gli adolescenti possano sentirsi protagonisti

Raffaela Milano, Direttrice Ricerche e Formazione di Save the Children

 

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