Le ragazze di oggi faticano a sognare il futuro e vivono il presente come un ripiego

Posted on

Lavoro: l’Italia non è un paese per ragazze

Gli stereotipi pesano sul futuro di 1 ragazza su 2. Il lavoro è il luogo in cui le ragazze si aspettano più violenza di genere e discriminazione. Oltre il 50% si sente condizionata da stereotipi e retaggi maschilisti e il 20% non ha nessun modello di riferimento a cui ispirarsi.La denuncia dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay Group.

Le ragazze di oggi faticano a sognare, ma neanche progettano “in grande” il loro futuro

Più della metà delle intervistate, il 53,96%, ritiene che le scelte riguardo agli studi futuri o alla carriera lavorativa, le ambizioni e le passioni vengano limitate dagli stereotipi e retaggi maschilisti.

Al secondo posto viene indicata l’assenza di una rete di sostegno, al terzo la mancanza di modelli a cui ispirarsi.

Una mancanza sottolineata anche dal fatto che per il 20% di loro “non c’è nessun modello di riferimento” e per il 30% il principale modello è la propria mamma. In sostanza una su 2 non ha modelli esterni alla famiglia a cui riferirsi “idealmente” per progettare il proprio futuro.

“È urgente un cambiamento culturale che non può che partire dalla scuola. Occorre lavorare affinché genitori e insegnanti incoraggino le ragazze a seguire percorsi di studio che permettono carriere vicine ai loro reali desideri, al netto dei condizionamenti esterni, che arrivano persino dai libri di testo che ancora troppo spesso raffigurano gli uomini come scienziati e ingegneri e le donne come maestre e infermiere“, ha commentato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes.

Neet tra stereotipi e assenza di sogni

La mancanza di modelli di riferimento e gli stereotipi non aiutano le giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), per cui l’Italia detiene il record europeo negativo: le italiane tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono il 25%.

La situazione è determinata da un lato da convenzioni o vere e proprie pressioni sociali che tendono a dare una maggiore importanza al ruolo delle donne all’interno della famiglia.

Dall’altro da un mercato del lavoro che privilegia l’assunzione di giovani uomini rispetto alle giovani donne, e rende difficile conciliare l’attività lavorativa con la cura dei figli.

Discipline STEM: un desiderio irrealizzabile

Sebbene le ragazze rappresentino quasi il 60% dei laureati in Italia, la loro presenza all’interno dei corsi di laurea Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) è decisamente più ridotta a vantaggio di percorsi di studio in ambito linguistico, medico e umanistico.

Secondo il Ministero della Pubblica Istruzione, nell’anno accademico 2020/2021 le studentesse immatricolate nei corsi di laurea Stem sono il 21%, la metà rispetto agli uomini.

Eppure, la laurea in una disciplina Ict, come ingegneria o più in generale nelle materie scientifiche, permette di avere migliori sbocchi occupazionali e maggiori possibilità di guadagno.

L’educazione finanziaria

Un altro gender gap è quello legato all’educazione finanziaria: dal gestire un conto corrente o calcolare il tasso di interesse di un prestito a capire un investimento finanziario.

I più recenti test Pisa-Ocse evidenziano come, in media, i livelli di alfabetizzazione finanziaria dei maschi 15enni siano superiori di due punti percentuali rispetto a quelli delle coetanee.

Il gap in Italia è addirittura di 15 punti.

Il futuro è in pericolo e il presente è già compromesso

Basti pensare che il 47,78% delle giovani ha dichiarato all’Osservatorio indifesa di aver assistito a una violenza fisica.

Non va meglio con la violenza psicologica: 7 ragazze su 10 ha assistito ad episodi di questo tipo.

La realtà non è rassicurante per le nuove generazioni: le giovani percepiscono il rischio della solitudine e dell’isolamento sociale (23,14%), il pericolo della violenza psicologica (19,72%), del bullismo (17,90%) e della violenza sessuale (17,39%).

Per l’82,90% il web non è un ambiente sano e sicuro. Tra i rischi mettono al primo posto il cyberbullismo.

Non migliora la situazione nella vita offline: il 23,14% sente il pericolo della solitudine e dell’isolamento sociale il 19,72% quello della violenza psicologica, il 17,70% del bullismo e il 17,39% della violenza sessuale.

Per quasi il 34% delle intervistate, d’altra parte, non si stanno facendo passi avanti nella parità di genere.

 

 

Condividi su:

5 Comments

  1. Al via Women in Cyber, 10 borse di studio per donne disoccupate says:

    […] Cosa aspetti? Il futuro è nelle tue mani! […]

  2. La salute mentale dei nostri giovani è a rischio, soprattutto al lavoro says:

    […] 6 giovani lavoratori su 10 hanno sofferto di disagi emotivi, ma anche fisici (nel 13% dei casi) sul luogo di […]

  3. Il lavoro minorile non è un gioco: 336mila i casi in Italia. Lo studio says:

    […] i racconti che parlano di minorenni che combinano la frequenza scolastica con l’attività lavorativa, che in qualche caso è del […]

  4. Semia, è arrivato il primo fondo femminista in Italia says:

    […] e di portarli al centro del dibattito pubblico ha influenzato il modo in cui oggi si parla di violenza di genere e di […]

  5. Adolescenza e amore tra stereotipi di genere e forme di controllo says:

    […] 21%, sia di ragazzi che di ragazze, è molto o abbastanza d’accordo con il fatto che una ragazza, seppur sotto l’effetto di […]

Leave a comment

Your email address will not be published.