Informarsi con i buoni giornalisti non è mai stato così necessario

Posted on

Guerre, manifestazioni studentesche, gossip, polemiche sui Contest canori.

Sono questi i temi divisivi del dibattito pubblico in Italia in queste settimane.

In questa confusione, vorrei fare chiarezza su un punto: il lavoro dei giornalisti.

Il lavoro dei giornalisti: due aspetti sottovalutati

In particolare, ci sono due aspetti sul lavoro dei giornalisti e delle giornaliste che spesso sono sottovalutati.

Il primo: il giornalismo è un lavoro complesso, articolato e faticoso

Quello che fanno i giornalisti e le giornaliste è decontestualizzare la complessità del reale, per renderla comprensibile a un pubblico vasto.

I giornalisti prendono la complessità del mondo reale e la semplificano per farla capire a tutti.

Non si limitano a raccontare fatti ed eventi che ritengono importanti, ma li “spostano” dal loro contesto originale per inserirli in un nuovo contesto, quello delle notizie.

In questo modo, le persone possono capire meglio cosa succede nel mondo, anche se non sono esperti di quell’argomento.

Le notizie non sono trattati scientifici; nelle loro forme più diffuse e comuni non sono neppure documenti lunghi e dettagliati; di norma sono prodotti culturali di immediata e facile comprensione .

Il secondo: i giornalisti e le giornaliste producono notizie sui fatti che ritengono fondamentali far sapere ai loro lettori

Il giornalismo seleziona ciò che, secondo la sua opinione, alle persone serve conoscere.

Da questi aspetti emerge che il giornalismo è da una parte una forma di conoscenza, dall’altra una rappresentazione, una tra le tante costruzioni della realtà e della sua interpretazione.

Quando si parla di giornalismo, si parla di una pratica di produzione culturale mutevole e stratificata.

Che cos’è il giornalismo?

Prima di rispondere alla domanda, è necessaria una premessa: non è pensabile una definizione univoca di giornalismo, perché è soggetto a limitazioni di ogni tipo, che dipendono dall’ambito geografico considerato, dalle forme di governo specifiche, dalle strutture organizzative, economiche e culturali del luogo in cui si svolge. 

Nella lettura dominante, il giornalismo è un fenomeno culturale legato alle democrazie occidentali, e anche un prodotto industriale.

Con questo si è sempre inteso che il giornalismo non può essere fatto individualmente, ma deve essere il risultato di uno sforzo collettivo e organizzato, molto costoso, in cui poche persone hanno il possesso dei mezzi di produzione ed esercitano il controllo sulla distribuzione (editori), in contesti in cui esistono rapporti di lavoro contrattualizzati (redazioni).

I tipi ideali di giornalista

Negli studi sulla concezione che i giornalisti hanno del proprio lavoro si riscontrano dei “tipi ideali”, che hanno queste caratteristiche:

  • Orientamento al servizio pubblico;
  • Obiettività;
  • Autonomia;
  • Tempestività;
  • Rispetto di principi etici (deontologia).

Tuttavia, l’innovazione tecnologica e i social media hanno trasformato la figura del giornalista, che non è più solo chi lavora con contratti stabili in contesti ben strutturati (le redazioni), ma include anche chi,  in maniera indipendente da redazioni ed editori, monetizza ogni aspetto della propria vita professionale.

  • Blogger e influencer: molti, moltissimi giornalisti scrivono sui propri blog e sui loro profili social. Puoi considerarli buoni giornalisti se pubblicano contenuti informativi e di qualità.
  • Giornalismo partecipativo: le persone possono contribuire alle notizie inviando foto, video e testi ai giornali.

I valori, gli ideali e le culture giornalistiche non sono più vincolati alla produzione giornalistica così come è stata concepita per tutto il Novecento.

L’essere giornalista e il fare giornalismo possono essere legati a contesti non strutturati o a progetti che toccano solo di striscio o temporaneamente la produzione di notizie.
Ecco un esempio di giornalismo libero e indipendente.

La fiducia nel giornalismo è ai minimi storici

In generale, è un dato di fatto che storicamente i media d’informazione abbiano sempre mentito, abbiano venduto le loro penne a chi offriva di più, spesso per cause ingiuste, abbiano servito i potenti di turno.

Ma ci sono tantissimi giornalisti che hanno portato alla luce scandali anche a costo della propria vita, con articoli e inchieste impeccabili e approfondite.

Ne cito solo tre, ma sono tantissimi: Daniel Pearl del Wall Street Journal in Pakistan; Veronica Guerin in Irlanda (ha portato avanti una lotta al narcotraffico negli anni in cui l’Irlanda si trovava all’apice del consumo di droga, denunciando vari trafficanti, e per questo fu assassinata); Anna Politkovskaja in Russia.

Eppure, oggi, la fiducia nei giornalisti è ai minimi storici.

Ed è davvero un peccato, perché anche oggi, in questo momento in cui scrivo, ci sono giornalisti che darebbero la vita per le giuste cause.

Per questo ti chiedo di leggere la lista di seguito, per avere il quadro chiaro di ciò che succede nel mondo dell’informazione e del potere, ma anche per scegliere i tuoi giornalisti di riferimento e seguirli, sui loro blog, sui loro profili social, sui giornali in cui scrivono. Perché informarsi non è mai stato più necessario.

Informazione e potere: una lista da tenere a portata di mano

1. Un mezzo di comunicazione è per prima cosa fonte di potere per i politici, fonte di profitto per i suoi proprietari e fonte di svago per i consumatori.

2. La forma ideologica, culturale, economica e politica di ogni società determina il modo in cui ogni persona può o sceglie di, oppure no, essere informata.

3. Il futuro politico, culturale, economico e sociale di ogni società dipende dal modo in cui ciascuno dei suoi membri è o non è informato.

4. La principale potenza geopolitica di un’epoca è la nazione che padroneggia meglio i mezzi di comunicazione e d’informazione di quella stessa epoca, e che sa servirsene per espandersi oltre i suoi confini.

5. Il potere esige i mezzi per essere informato prima degli altri sulle cose veramente importanti, oltre che di scegliere quali informazioni trasmettere agli altri e quali invece censurare, nascondere o denigrare.

6. I media cercano da sempre di conoscere i gusti dei loro clienti, proprio come i poteri cercano di conoscere i gusti dei loro cittadini o sudditi. In entrambi i casi le operazioni sono le stesse: monitorare, sedurre, spaventare, distrarre, catturare l’attenzione delle persone e sfruttare al massimo i loro dati per scopi politici, finanziari o di polizia.

7. Sempre più persone hanno accesso a notizie verificabili e dimostrabili. Sempre più persone sono in grado di fornire informazioni affidabili su eventi di cui sono state testimoni o di cui possono comunque analizzare le conseguenze.

8. La condizione d’esistenza della democrazia è l’accesso equo e libero di tutti e di tutte alle notizie rilevanti, anche se non è condizione sufficiente per impedire l’affermarsi di una dittatura

Condividi su:

1 Comments

  1. Luisa Bartolotta says:

    Grande Mariangela avanti tutta con onestà e determinazione come solo tu sai fare !!!

Leave a comment

Your email address will not be published.