Che cos’è la violenza: i giovani adolescenti italiani non lo sanno. La ricerca

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Klodiana Vefa, Monica Berto, Carla Schiffo, Manuela Bittante, Annalisa Fontana, Liliana Cojita, Rosaria Di Marino, Maria Rosa Troisi, Cosima D’Amato, Nerina Fontana, Marisa Leo, Rossella Nappini. Sono i nomi delle donne assassinate in Italia nel solo mese di settembre 2023.

Non solo femminicidi: ogni giorno leggiamo notizie di cronaca in cui la protagonista (quasi) assoluta è la violenza sessuale. 

L’Italia condannata per “risposta inefficace alle denunce”

Si legge sull’Ansa del 22 settembre 2023 che il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa “nota con preoccupazione” che i dati forniti da Roma “mostrano una persistente alta percentuale di procedimenti per violenza domestica e sessuale archiviati nella fase delle indagini preliminari, un uso limitato degli ordini di protezione e un tasso significativo di violazione degli stessi“.

Il Consiglio d’Europa è molto preoccupato per i dati italiani sulle violenze sessuali e domestiche, soprattutto alla luce delle ripetute condanne da parte della Corte europea dei diritti umani all’Italia per la “risposta inefficace alle denunce”.

violenza

Ma perché tutta questa violenza in Italia? Da dove deriva?

Actionaid e Ipsos hanno svolto un’indagine dal titolo “I giovani e la violenza tra pari” su un campione rappresentativo di circa 800 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni.
La ricerca ha fotografato le opinioni degli adolescenti su cosa pensano sia violenza, come reagiscono e si difendono da essa e quanto influiscono stereotipi di genere e pregiudizi sul loro vissuto.

I risultati di questa indagine evidenziano un dato: i giovani hanno una percezione non univoca, non chiara di cosa sia la violenza, non riconoscono dove essa si trovi, quali siano effettivamente i comportamenti violenti, le conseguenze che dalla violenza derivano.

giovani e violenza

Cos’è la violenza?

Alla domanda che cos’è violenza, l’80% dei giovani, 4 su 5, afferma che violenza è toccare le parti intime di qualcuno senza il loro consenso, mentre 1 su 5 non riconosce questa violenza.

Al secondo posto è considerata violenza picchiare qualcuno, comportamento che registra il 79% dei consensi, in assoluto quello più citato dai maschi.

Al terzo posto, con il 78%, fare foto/video in situazioni intime e diffonderle ad altre persone, soprattutto per le ragazze con l’84% delle citazioni.

 

Chi subisce la violenza?

Sono le ragazze, più dei ragazzi, a vivere con maggior frequenza atti di violenza tra pari, in qualsiasi forma essa si manifesti: molto più spesso dei coetanei assistono a pettegolezzi, prese in giro, insulti, scherzi, esclusione di persone dai gruppi, a situazioni in cui le parti intime di una persona vengono toccate senza il suo consenso, alla diffusione non consensuale di foto e video di situazioni intime.

Inoltre, le ragazze rischiano più spesso di ricevere molestie verbali mentre camminano per strada, di essere toccate nelle parti intime, di essere vittime di scherzi o commenti a sfondo sessuale e della diffusione di foto/video che le ritraggono in situazioni intime.

I ragazzi invece rischiano principalmente di essere picchiati e le persone transgender/fluide/non binarie di venire insultate. 

violenza e giovani

Perché si diventa oggetto di violenza?

Al primo posto i giovani indicano le caratteristiche fisiche (50%), poi l’orientamento sessuale (40%) e l’appartenenza di genere (36%).

Il primo danno indicato dal 27% degli intervistati, senza distinzione di genere, è il malessere psicologico, al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo posto disagio e vergogna (18%).

Non sempre i ragazzi e le ragazze che subiscono una qualche forma di violenza poi la denunciano.

Il motivo principale è la vergogna nel raccontarlo al mondo adulto, seguita dalla paura a dirlo e l’inutilità della denuncia, timore di ulteriori minacce da parte dell’aggressore.

Nella fascia di età 17-19 anni si registra la più alta frequenza di atti violenti subiti, che può derivare da una maggior consapevolezza di quanto viene vissuto.

“Serve una formazione obbligatoria per docenti e studenti”

Maria Sole Piccioli, Responsabile Education di ActionAid spiega che i dati confermano quanto ActionAid osserva nelle scuole da anni e cioè la necessità di occuparsi di violenza oltre le forme di bullismo e cyberbullismo, che colpiscono soprattutto gli under 14.

La violenza tra adolescenti ha le radici nella società patriarcale che ancora oggi influenza il processo di crescita delle nuove generazioni e non permette di sovvertire dalle fondamenta la cultura dello stupro”.

“La proposta del Ministro Valditara di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole superiori non può bastare: è necessaria una formazione obbligatoria co-progettata per docenti e studenti di tutti i cicli scolastici con personale esperto autonomo e laico, la presenza a scuola di tutor per la prevenzione e la gestione dei casi; vanno introdotti di codici anti-molestia, di bagni neutri e delle Carriere Alias”.

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1 Comments

  1. Adolescenza e amore tra stereotipi di genere e forme di controllo says:

    […] e possessività, dando a questi comportamenti il giusto nome e identificandoli come forme di violenza o […]

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