La salute mentale dei nostri giovani è a rischio a scuola, all’università e al lavoro

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Giovani e scuola, università, lavoro: pesano le aspettative e l’estrema pressione

Circa 6 giovani lavoratori su 10 hanno sofferto di disagi emotivi, ma anche fisici (nel 13% dei casi) sul luogo di lavoro.

Le cause? Esaurimenti emotivi da burnout e l’estrema pressione associata al carico di richieste di lavoro (anche sullo smartphone personale).

Sono i dati emersi dal rapporto del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG), presentati durante l’evento “I Giorni del Benessere”,  in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.

La ricerca ha indagato lo stato di salute psicofisico dei giovani a scuola, all’università e al lavoro

Ha coinvolto circa 300 giovani dai 15 ai 35 anni provenienti da tutta Italia, con diversi livelli di scolarizzazione e diverse professionalità.

Ansia, stress e nervosismo condizionano pesantemente la vita lavorativa degli under 35, anche a causa delle pressione sociale dovuta alle aspettative degli altri, e su questo i social media hanno avuto un impatto estremo e una grande responsabilità”, ha detto Maria Cristina Pisani, presidente del CNG.

La società dei record straordinari raccontati come ordinari

La società dei record straordinari, raccontati come ordinari, crea una pericolosa distopia tra il reale e il percepito, che può portare ad una serie di problematicità di salute mentale.

La paura del giudizio, le aspettative e il senso di inadeguatezza sono infatti tra i principali motivi riportati come cause legate al senso di ansia, così come le incertezze per il proprio futuro e le scadenze impellenti nello studio e nel lavoro.

Purtroppo, i recenti casi di cronaca ne sono una drammatica testimonianza.

Dalla nostra indagine risulta che negli ultimi anni ben quattro giovani su dieci si sono rivolti a uno psicologo e altri due stanno pensando di contattarlo.

Un segnale positivo che ci spinge ancora di più a non lasciare sole le nuove generazioni e costruire insieme a loro delle strategie di supporto integrato”, ha concluso Pisani.

I giovani, la scuola e la salute mentale

Per quanto riguarda i giovani a scuola, secondo l’indagine circa il 92% dei ragazzi dichiara di avere a disposizione uno sportello psicologico all’interno del proprio istituto ma, allo stesso tempo, il 48%, quindi quasi uno su due, ritiene che la scuola non abbia informato adeguatamente gli studenti sulle opportunità di assistenza psicologica, interne o esterne alla scuola stessa.

Inoltre, la quasi totalità della componente studentesca riporta di risentire fortemente dei livelli di pressione del proprio istituto per l’ottenimento di buoni voti.

I giovani all’università

Diversi, invece, i dati relativi all’università, dove gli sportelli di supporto psicologico sono ridotti rispetto alle scuole, risultando assenti per tre rispondenti su dieci.

La pressione accademica è particolarmente sentita dagli studenti in relazione a un legame negativo con il proprio docente (una pressione sofferta dalla metà degli intervistati), a cui segue il peso di dover socializzare con i compagni di corso puramente al fine di mantenere delle buone relazioni professionali future (dato manifestato da più di tre universitari su dieci).

In confronto a questi dati, l’ansia della competizione accademica e la paura di non realizzare le aspettative dei genitori sembrano dati minori. Sensazioni presenti per più di due ragazzi su dieci.

Sei giovani su dieci soffrono disagi emotivi da burnout

Il rapporto evidenzia come sei giovani lavoratori su dieci soffrono di disagi emotivi dovuti a burnout e forti pressioni sociali.

Il burnout è uno stato di esaurimento fisico e mentale causato da un lavoro che richiede un impegno eccessivo, il senso di impotenza e la mancanza di supporto sociale.

Questo tipo di disagio può manifestarsi in vari modi, come l’irritabilità, la stanchezza cronica, la mancanza di motivazione, l’ansia e la depressione.

Giovani e lavoro: precarietà, stipendi bassi ed eccessiva pressione dei superiori

Il rapporto del CNG afferma che i giovani lavoratori sono particolarmente a rischio di burnout, poiché sono spesso costretti ad affrontare condizioni di lavoro precarie, bassi salari, contratti a tempo determinato, mancanza di sicurezza e stabilità lavorativa, eccessiva pressione da parte dei superiori, mancanza di supporto sociale e familiare.

Giovani e lavoro: prevalgono l’individualismo e le difficoltà di conciliare la vita privata

Inoltre, il rapporto mette in evidenza l’impatto negativo delle pressioni sociali sui giovani lavoratori, come la necessità di rispondere alle aspettative e alle richieste dei colleghi e dei superiori, la competitività e l’individualismo che prevalgono sul posto di lavoro e la difficoltà di conciliare lavoro e vita privata.

Come prevenire il burnout?

Per prevenire il burnout e migliorare le condizioni di lavoro dei giovani lavoratori, il rapporto del CNG suggerisce l’importanza di promuovere politiche che favoriscano l’inserimento lavorativo dei giovani, la formazione e lo sviluppo delle competenze professionali, la tutela dei diritti dei lavoratori, il supporto psicologico e la prevenzione dei disturbi emotivi sul posto di lavoro.

In particolare, secondo il sondaggio, il 20% dei giovani intervistati ritiene sia necessario avere una maggiore flessibilità sugli orari lavorativi soprattutto attraverso una gestione del lavoro orientata per obiettivi specifici da raggiungere.

I giovani suggeriscono alcune modalità per aumentare il benessere sul luogo di lavoro attraverso, ad esempio, la promozione di attività di supporto alla gestione delle pressioni quotidiane (19%), di prevenzione al benessere psicofisico (14,1%) e di supporto alla maternità (13,9%).

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5 Comments

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