Al contrario di quanto si pensi comunemente i generi sono più di due, e non solo dal punto di vista dell’identità, ma anche da quello biologico.
Esistono persone che, a causa della presenza di specifici cromosomi o di particolarità biologiche sensibili a determinati ormoni, hanno caratteristiche fisiologiche e biologiche che non rientrano nella categoria di genere binaria, quella che distingue solo il maschile e il femminile.
Gli studi più recenti stimano nel 2% della popolazione mondiale le persone fisiologicamente non binarie.
Ne sono un esempio gli Hijra in India, i Kathoey in Thailandia, i Waria in Indonesia, e molte altre comunità sparse in tutto il mondo.
Ma la questione delle persone non binarie non si esaurisce qui.
L’identità non binaria
Ci sono persone che, nonostante abbiano l’aspetto fisico e biologico tipico maschile o femminile, non percepiscono il proprio genere come corrispondente a uno dei due generi binari e neppure a quello opposto.
Detto questo, è naturale che il genere binario è limitante per chi sente di non appartenere a uno dei due generi tradizionali, per questo si usano i concetti gender fluid o non binario.
Questi due concetti racchiudono al loro interno molte possibilità di identità di genere.
Che cos’è il genere?
A questo punto mi sembra corretto dare una definizione di genere.
Il genere è una delle tre componenti che formano l’identità di una persona, insieme al sesso e all’orientamento sessuale.
Il sesso è la componente biologica, ovvero le caratteristiche fisiche con le quali nasciamo che riguardano i nostri organi genitali, i nostri cromosomi e i nostri ormoni; l’orientamento sessuale è la direzione prevalente del nostro desiderio, della nostra attrazione nei confronti di un’altra persona; il genere è la componente psicologica, cioè la percezione che ciascun essere umano ha di sé stesso.
Cosa significa gender fluid
Il concetto di gender fluid o fluidità di genere caratterizza la Generazione Z, cioè i nati tra il 1996 e il 2010.
Anche nelle generazioni precedenti c’era la consapevolezza dei limiti identitari del genere binario, solo che noi Millennial (nati tra il 1981 e il 1995), non ci sentivamo ancora completamente liberi di parlarne, un po’ per i nostri retaggi culturali, un po’ perché non parlavamo proprio di queste cose con i nostri adulti di riferimento, genitori, insegnanti, ecc.
Per fortuna, la generazione dopo la nostra, la Generazione Z appunto, si sente libera di parlarne, di esprimere la propria opinione e le proprie idee, anche in contesti diversi della propria ristretta cerchia di amici.
Ma torniamo a noi. Per i nostri giovani la parola fluido riconduce alla ricerca dell’identità, sulla scia di quello che ha scritto il sociologo Bauman nel saggio “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”:
L’uomo deve essere fluido, flessibile, capace di adattarsi al contenitore sociale che, di volta in volta, assume forme diverse
La sfida dei nostri adolescenti e giovani
Gran parte dei nostri adolescenti e giovani sta sfidando il significato e i tradizionali vincoli di genere.
Non si riconoscono più in una definizione binaria, preferiscono non definirsi o usare categorie dinamiche e modificabili, che consentano loro di riconoscersi e, quindi, di esistere senza rispondere ad alcuna aspettativa.
Vogliono scardinare i luoghi comuni per cui se sono maschio e mi sento maschio non posso piangere, o mostrarmi sensibile o, se sono e mi sento femmina, non posso essere un’appassionata di calcio e videogiochi.
Tutto questo per loro non esiste più.
Per comunicare questa loro nuova posizione usano i termini gender fluid o non binario, che si riferiscono al percepire la propria identità di genere come fluida, cioè che può variare nel tempo.
Possono identificarsi come uomo, donna, entrambi o nessuno dei due.
Per questo usano per sé stessi i pronomi neutri inglesi, dal momento che l’italiano è una lingua che non ha il genere neutro.
L’espressione naturale della variabilità umana
Questo comportamento della Generazione Z è da considerare come la naturale espressione della variabilità umana, è da accogliere come una risorsa, non come un problema.
Invece, ancora troppo spesso i giovani non binari sono discriminati, bullizzati, nei casi peggiori rifiutati dalle famiglie.
Senza contare il loro imbarazzo nei luoghi pubblici, a cominciare dalle scuole, dove non sanno mai quale servizio igienico usare, perché non esiste un servizio “neutro” ma solo per femmine o per maschi.
Si può affermare che il loro benessere psicologico è correlato all’intensità dell’intolleranza sociale percepita.
Concludo
Noi adulti dobbiamo superare il concetto di binario di genere e sostituirlo con quello di spettro di genere, secondo cui il genere si presenta in una infinita varietà di forme.
Il genere è una costruzione tridimensionale, tutti costruiamo la nostra identità attraverso la biologia, l’educazione e la cultura, per arrivare a trovare quello specifico genere che corrisponde alla nostra specifica identità.
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[…] delle INOCA (ma ne potrei fare altri) che i primi a dover acquisire consapevolezza delle differenze di genere nelle malattie cardiache e delle manifestazioni cliniche delle sindromi coronariche acute nella […]
[…] Nasce per sostenere le organizzazioni, i gruppi, i collettivi, le attiviste e gli attivisti che lavorano per rendere l’Italia un paese più inclusivo, equo e sicuro per bambine, ragazze, donne, persone trans e non-binarie. […]