La vittoria di Giorgia Meloni è una vittoria per tutte le donne?

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Giorgia Meloni è la prima donna Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica italiana.

È una vittoria per tutte le donne.

È riuscita a rompere il “soffitto di cristallo”, quell’insieme di barriere sociali, culturali e psicologiche che, seppur invisibili, non ci consentono di occupare posizioni di prestigio in ambito professionale.

Ma come lo ha rotto? È davvero una vittoria per tutte le donne?

La risposta è no, non è una vittoria per tutte le donne

Non lo è nemmeno quando, durante il discorso di fiducia alla Camera, cita le donne che hanno – davvero – rotto il “soffitto di cristallo”: Tina Anselmi, Nilde Iotti, Oriana Fallaci, Samantha Cristoforetti.

Non lo è nemmeno quando afferma di non aver mai avuto simpatia per i regimi antidemocratici, fascismo compreso.

Per argomentare la mia risposta, prendo a prestito la “teoria del padre severo” di George Lakoff, insegnante di Linguistica e Scienze Cognitive a Berkeley, in California, e direttore del Center for Neural Mind & Society.

Nel suo libro “Non pensare all’elefante”, Lakoff distingue due modelli fondamentali di famiglia e di educazione, riconducibili ai due orientamenti politici più diffusi in tutto il mondo occidentale: destra e sinistra, conservatori e progressisti, popolo della famiglia e LGBTQIA+, razionalisti e negazionisti, democratici e populisti.

Chiamali come vuoi, ma i presupposti di base e le ideologie di questi due orientamenti fondamentali non cambiano.

Due modelli di famiglia e di educazione, dicevo: da una parte c’è il modello del “padre severo”, dall’altra c’è quello del “genitore premuroso”.

Il modello del padre severo

Questo modello si basa su questi presupposti:

  • Il mondo è un posto pericoloso e lo sarà sempre, perché lì fuori c’è il male.
  • Il mondo è un posto difficile, anche perché è competitivo.
  • Ci saranno sempre vincitori e vinti.
  • Esistono un bene assoluto e un male assoluto.
  • I bambini nascono cattivi, vogliono fare solo ciò che è piacevole e non ciò che è giusto. Spetta a noi adulti farli diventare buoni.

Serve, quindi, un padre forte e severo. Il padre severo è un’autorità morale a cui i bambini devono obbedienza perché sa distinguere il bene dal male.

E l’unico modo per insegnare ai bambini l’obbedienza consiste nel punirli duramente quando si comportano male e premiarli quando si comportano bene

La disciplina permetterà al bambino di sviluppare le qualità necessarie per avere successo in questo mondo difficile e competitivo.

Se i bambini sapranno essere disciplinati e perseguire il proprio interesse, i nostri figli diventeranno autonomi e vincenti.

Moralità e benessere

Ecco che il modello del padre severo collega la moralità al benessere.

È buono, cioè morale, chiunque sia abbastanza educato da saper obbedire alla legittima autorità, distinguere il bene dal male e comportarsi di conseguenza, perseguendo il proprio interesse per avere successo e diventare indipendente.

Nel modello del padre severo esiste anche una gerarchia morale: l’idea di base è che debba comandare chi è moralmente più valido, cioè le persone che hanno saputo arrivare in cima.

La gerarchia è questa: Dio al di sopra dell’uomo, l’uomo al di sopra della natura, gli adulti al di sopra dei bambini, la cultura occidentale al di sopra delle culture non occidentali. E si estende ancora più nello specifico: gli uomini al di sopra delle donne, i bianchi al di sopra dei non bianchi, gli eterosessuali al di sopra dei non eterosessuali.

Il modello del genitore premuroso

Se il modello del padre severo si chiama così perché si basa sulla convinzione che il padre sia il capo della famiglia, quello del genitore premuroso è di genere neutro, perché si basa sul presupposto che entrambi i genitori siano ugualmente responsabili dell’educazione dei figli e che i bambini nascano buoni ma possano essere resi migliori.

Anche il mondo è un posto migliorabile ed è nostro dovere impegnarci a questo scopo.

Compito dei genitori è prendersi cura dei propri figli e educarli a prendersi cura del prossimo.

La cura implica tre cose: empatia, responsabilità nei confronti di sé stessi e degli altri, impegno a fare del proprio meglio non solo per il proprio interesse ma anche per quello della propria famiglia, della propria comunità, del proprio paese e, in sostanza, del mondo intero.

Secondo il modello del genitore premuroso il benessere si può ottenere attraverso la protezione: protezione ambientale, dei lavoratori, dei consumatori, quella sanitaria.

I valori alla base di questo modello sono:

  • la libertà, cioè lasciare liberi i nostri figli di cercare da soli la loro realizzazione
  • l’equità 
  • il dialogo
  • il senso di comunità
  • la collaborazione
  • la solidarietà
  • la trasparenza
  • la fiducia

Lakoff è americano e, come tale, ha una visione molto americana della società che, per molti versi, si discosta dalla nostra. E per fortuna.

Tuttavia, questi due orientamenti rendono molto bene la realtà, sebbene alcuni concetti espressi dallo studioso siano molto estremi e lontani da noi.

I biconcettuali

Esiste un terzo orientamento, che Lakoff chiama dei “biconcettuali”: quelle persone che seguono entrambi i modelli per problemi diversi.

A pensarci bene, ognuno di noi possiede dentro di sé entrambe le visioni del mondo, perché entrambi i modelli sono diffusissimi nella nostra cultura, e non è detto che si mantenga la stessa visione per tutta la vita o in tutte le situazioni.

La vittoria di Giorgia Meloni non è una vittoria per tutte le donne

Detto questo, concludo con due soli indizi che, secondo me, giustificano il mio no alla domanda se la vittoria di Giorgia Meloni alle elezioni sia stata una vittoria per tutte le donne.

Primo indizio: la nostra nuova presidente ha scelto di scrivere i comunicati e le note usando il pronome maschile, firmando quindi come IL PRESIDENTE invece che come LA PRESIDENTE.

In pratica, sta perpetuando il concetto patriarcale secondo cui il pronome maschile ha più autorità rispetto a quello femminile

Secondo indizio: il nuovo nome dato al ministero dell’istruzione, che si è trasformato nel ministero dell’istruzione e del merito.

Riprendo le parole di Lakoff: “E l’unico modo per insegnare ai bambini l’obbedienza consiste nel punirli duramente quando si comportano male e premiarli quando si comportano bene”.

A cosa ti fa pensare questa affermazione se la accosti al nuovo nome del ministero dell’istruzione e del merito?

Conclusione

Concludo davvero: Giorgia Meloni è la prima donna Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica italiana. Ma il suo governo conta solo 6 donne su 24 posti occupati. E si insedia in un Parlamento con 190 rappresentanti femminili contro oltre 400 colleghi maschi.

Quindi no, non è una vittoria per tutte le donne

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2 Comments

  1. Disuguaglianza: "Prendiamoci per mano o finiremo in una fossa comune" says:

    […] però, si è scatenata la polemica per la decisione del governo Meloni di abrogare il Rdc dal 2024 (significa che la legge smette di funzionare, di avere […]

  2. Famiglie omogenitoriali in Italia: tra diritti negati e speranza says:

    […] è tutto in mano ai politici e il governo attuale non è bendisposto, al contrario. Si può solo […]

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