L’11 ottobre si celebra la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, un appuntamento che ci ricorda l’importanza di garantire a tutte le bambine del mondo un futuro equo e pieno di opportunità. Ma al di là dei dati e delle statistiche, che anno dopo anno ci presentano un quadro ancora troppo allarmante, c’è il bisogno profondo di andare oltre i numeri e di ascoltare le loro voci.
I diritti negati delle bambine e delle ragazze
Ogni anno, milioni di bambine vengono private del diritto all’istruzione, alla salute, alla protezione.
Vengono costrette a matrimoni precoci, a lavorare in condizioni disumane, a subire violenze di ogni tipo.
Sono numeri che stridono con i principi di uguaglianza e giustizia che dovrebbero guidare la nostra società. Ma dietro questi numeri ci sono storie di vite spezzate, di sogni infranti, di potenziale umano inespresso.
Un esempio su tutti: secondo Oxfam l’esercito israeliano in un solo anno ha ucciso almeno 6.000 donne e 11.000 bambini.
È il dato più alto rispetto a qualsiasi altro conflitto della storia recente.
Oltre 25 mila bambini hanno perso un genitore o sono rimasti orfani, in moltissimi hanno perso un arto.
I dati sui bambini palestinesi non distinguono quanti bambini e quante bambine sono stati/e ammazzati/e, né quanti e quante sono rimasti/e orfani/e: tuttavia, il numero è sconvolgente.
La speranza dei bambini di Gaza
E nonostante l’inconcepibilità di quanto stia succedendo a queste persone, nonostante il disastro umanitario, le bambine sopravvissute hanno speranza per il futuro: è il caso di Renad Attallah, la bambina di 10 anni che è diventata una vera e propria influencer sui social grazie ai video tutorial in cui cucina con gli aiuti umanitari distribuiti dalle Ong.
“Cucino perché ho molto tempo libero, non possiamo nemmeno andare a scuola.
Non esco quasi mai perché è molto pericoloso.
Mostrare al mondo che noi, bambini di Gaza, amiamo la vita e vorremmo vivere appieno la nostra infanzia.
il mio sogno è aprire un ristorante chiamato Chef Renad”
ha raccontato la bambina ai giornalisti delle testate internazionali che l’hanno intervistata.
Basta con gli stereotipi
Spesso, il discorso sulle bambine è incentrato sugli stereotipi di genere, sulle discriminazioni che subiscono e sulle sfide che devono affrontare.
È un discorso importante, ma non basta.
Dobbiamo andare oltre e riconoscere la complessità delle loro esperienze, la diversità dei loro bisogni e la ricchezza dei loro talenti.
Le bambine non sono solo vittime, ma sono anche agenti di cambiamento.
Sono leader, innovatrici, attiviste.
In ogni angolo del mondo, le ragazze alzano la voce e lottano per un futuro migliore.
È nostro dovere sostenerle, ascoltarle e amplificar le loro voci.
Le lotte delle ragazze nel mondo
In giro per il mondo, si stima che siano 600 milioni le adolescenti scese nelle piazze a dimostrare che le proprie capacità vanno ben oltre ciò che viene loro offerto da chi si trova in posizioni di potere, e che non sono più disposte ad accettare di essere oppresse e sottomesse (fonte: Actionaid).
Queste giovani sono in grado di fare davvero la differenza: è il caso delle ragazze iraniane scese in piazza in reazione alla morte di Mahsa Amini, arrestata e uccisa dalla polizia a Teheran perché il modo in cui indossava il velo non era consono alle leggi.
Quello di Mahsa è solo l’ultimo di una lunga serie di omicidi che però ha portato le manifestazioni a trasformarsi in un vero e proprio movimento contro l’oppressione del regime.
Molte ragazze, spesso giovanissime, lottano ogni giorno per il loro diritto alla libertà.
Investire nelle bambine e nelle ragazze significa investire nel futuro dell’umanità
Investire nelle bambine e nelle ragazze significa investire nel futuro dell’umanità.
Significa costruire società più giuste, più inclusive e più sostenibili.
Significa dare a ogni bambina la possibilità di realizzare il proprio pieno potenziale.
Ma cosa significa concretamente investire nelle bambine?
Significa garantire loro l’accesso all’istruzione di qualità, alla salute, alla protezione e a opportunità economiche.
Significa combattere le discriminazioni di genere, le violenze di genere, le molestie, promuovere l’uguaglianza e sfidare gli stereotipi.
Significa coinvolgere le bambine nelle decisioni che le riguardano e dare loro gli strumenti per diventare cittadine attive e consapevoli.
Un impegno di tutti
La lotta per i diritti delle bambine e delle ragazze non è una battaglia che possiamo vincere da soli.
È un impegno che coinvolge tutti, governi, organizzazioni internazionali, società civile, famiglie e singoli individui.
Ognuno di noi, nel proprio ambito, può fare la propria parte.
Possiamo sostenere le organizzazioni che lavorano per i diritti delle bambine e delle ragazze, possiamo sensibilizzare le persone intorno a noi, possiamo educare i nostri figli al rispetto e all’uguaglianza di genere.
Possiamo essere alleati delle bambine e delle ragazze e aiutarle a costruire un mondo migliore.
Possiamo dare voce alle bambine e alle ragazze che non ce l’hanno, come le bambine, le ragazze, le donne afghane.
L’11 ottobre è una giornata importante, ma l’impegno per i diritti delle bambine e delle ragazze deve essere quotidiano.
Non possiamo dimenticare che ogni bambina ha il diritto di crescere in un ambiente sicuro, di ricevere un’educazione di qualità e di realizzare i suoi sogni.
La Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze è un’occasione per riflettere sul nostro ruolo nella costruzione di un futuro più equo e giusto per tutte le bambine e le ragazze del mondo.
È un invito all’azione, un appello a superare gli ostacoli e a creare un mondo in cui ogni bambina possa brillare.
Perché io, o tu, da soli, non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo piantare i semi del cambiamento.